Raccontarsi al bambino durante l'attesa
Data10/04/2020
Vivere il tempo dell'attesa preparandosi ad accogliere ed essere accolti dai propri figli
La narrazione familiare
Il tempo dell’attesa si può trasformare in un tempo riempito di ricordi e di frammenti di vita.
Raccontarsi al proprio bambino consente ai genitori in attesa di prepararsi ad accoglierlo, ma anche di farsi accogliere da lui. Inoltre, la condivisione all’interno della coppia di momenti, ricordi, emozioni, rafforza il legame e consolida la scelta del progetto adottivo rendendo già attuale un evento che sembra ancora lontano.
Si può pensare allora, in questo tempo di attesa, di costruire concretamente qualcosa che aiuti a riempire un vuoto spesso colmo di ansia e, contemporaneamente, realizzi un patrimonio da condividere con il bambino che arriverà e che lo aiuterà a conoscere meglio i suoi genitori adottivi e a comprendere quanto sia stato desiderato.
Alcuni suggerimenti (Pedretti, 2010):
1) Scatola dell’attesa.
Costruire una scatola in cui i genitori (e volendo anche la famiglia allargata) possano inserire oggetti, foto, bigliettini e qualsiasi cosa ritengano significativa in relazione ad esperienze fatte nel periodo dell’attesa (ad es. un ricordo di un viaggio). Si tratta quindi di “doni dell’attesa”, oggetti, musiche, poesie, pensieri, progetti che si vogliono regalare ad un bambino non ancora presente fisicamente, ma già partecipe della vita di quella famiglia.
2) Diario dell’attesa.
Un diario che racconti il percorso dei genitori (e della famiglia allargata) durante l’iter dell’adozione. Si possono utilizzare scritture, inserti, foto, poesie, disegni,… Il diario potrà essere continuato ad adozione avvenuta e contenere i racconti che genitori e figli scriveranno assieme.
3) Album di presentazione.
Un album in cui, con l’aiuto di immagini e narrazioni, i genitori e ciascun membro della famiglia allargata dedichino un capitolo avente per oggetto: “chi sono io”. L’album potrà avere una parte finale vuota nella quale il bambino, senza forzature o costrizioni, potrà aggiungere la sua narrazione.
Tutti questi oggetti potranno non essere utilizzati nell’immediato, all’arrivo del bambino, ma costituiranno comunque un patrimonio prezioso che potrà essere condiviso in futuro.
La nostra identità si costruisce anche attraverso le memorie degli altri, attraverso le storie che ci raccontano, e sappiamo quanto sia importante per i bambini adottati fare l’esperienza della narrazione di sé, sentirsi portatori di una storia.
Un genitore capace di raccontarsi e di raccontare potrà essere un buon modello per un bambino che dovrà imparare a dare un senso e un significato alla sua esistenza.
Tratto da “Le Parole dell’adozione”, ed. I quaderni di IA